[SIOMInforma] La NewsLetter SIOMI 080901
siominforma a siomi.it
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Dom 31 Ago 2008 18:20:11 CEST
L'informazione SIOMI
Newsletter della Società Italiana
di Omeopatia e Medicina Integrata
riservata ai soci della SIOMI
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Telemeditalia intervista Simonetta Bernardini
Si invia a tutti i Soci l'intervista
rilasciata nel mese di luglio a
<http://www.telemeditalia.it/index.php?option=com_content&task=view&id=206&Itemid=28>Telemeditalia
dal nostro Presidente Simonetta Bernardini.
Italo Grassi
Responsabile SIOMInforma
Domande e risposte della dr.ssa Simonetta Bernardini,
presidente della SIOMI, sull'omeopatia
di Raffaele Bernardini
D. Dr.ssa Bernardini (lei ha il mio stesso
cognome, ma non siamo parentiŠ), dopo il caso
drammatico della morte della ragazza diabetica di
Firenze, ha dichiarato testualmente al Corriere
della Sera che "un omeopata che rifiutasse a
priori l'utilizzo dei farmaci e delle cure
tradizionali non sarebbe un medico." Ma che cosa
significa questa sua affermazione ?
R. Significa che un laureato in medicina conosce
la fisiopatologia delle malattie e
conseguentemente le possibilità terapeutiche. Nel
tragico caso specifico, la fisiopatologia del
diabete giovanile insulino-dipendente consiste
nella perdita delle cellule pancreatiche che
producono l'insulina. Le cellule vengono,
purtroppo, distrutte e, per conseguenza, il
pancreas non secerne più l'insulina. Per fortuna
oggi disponiamo di questo ormone di sintesi la
cui somministrazione permette di scongiurare una
morte altrimenti certa. Quale medico potrebbe mai
sospendere l'insulina ad un diabetico
insulino-dipendente? Vede, se posso ulteriormente
spiegare, vorrei dirle che io nasco proprio come
diabetologo pediatra e in quel centro fiorentino
di diabetologia che aveva in cura anche la
ragazzina che purtroppo è tragicamente scomparsa
per colpa di una folle guaritrice senza laurea in
medicina e senza scrupoli, ho prestato in passato
il mio lavoro per dieci anni. Conosco le grandi
competenze culturali dei colleghi che attualmente
vi lavorano, ma anche le loro straordinarie doti
umane. All'indomani della tragedia, ho potuto
condividere proprio con loro la mia riflessione.
Io penso che se i servizi di omeopatia e più in
generale di medicina complementare saranno
strutturati dentro gli ospedali i pazienti non
saranno più costretti ad andare in giro, a volte
non si sa dove, correndo il rischio di finire
nelle mani di ciarlatani, di guaritori senza
scrupoli, di inqualificabili abusivi della
professione medica che ne possono mettere a
repentaglio la salute fino a conseguenze così
tragiche. Per fortuna la regione Toscana ha già
avviato questo cambiamento, prevedendo la
progressiva apertura di ambulatori di medicina
integrata nell'ambito del servizio sanitario
regionale.
D. In quali casi, a suo avviso, l' omeopatia può
"affiancare" la terapia convenzionale ?
R. In quasi tutte le malattie, nel caso in cui
sia possibile sollecitare, attraverso uno
stimolo del sistema immunitario, il potenziale
di guarigione biologica dell'organismo. Ne sono
escluse le malattie in cui l'organismo non ha
capacità di reazione, come per es. nelle malattie
conseguenti ad un trauma del sistema nervoso,
qualora si abbia perdita assoluta della
funzionalità di un nervo, oppure nelle malattie
che comportano una urgenza chirurgica. E' perfino
possibile affiancare una terapia omeopatica nel
trattamento dei tumori, ma lo scopo è quello di
ridurre gli effetti collaterali dei farmaci
antitumorali (che rimangono indispensabili) e di
sostenere il paziente nel recupero del suo
possibile equilibrio fisico e psicologico.
D. Perché, sempre a suo parere, una persona
dovrebbe "scegliere" cure omeopatiche rispetto a
terapie convenzionali ? Quali potrebbero esserne
i motivi specifici ?
R. Prima che i cittadini, sarebbe utile che tutti
i medici conoscessero le opportunità terapeutiche
dell'omeopatia e potessero, dunque, scegliere per
i loro pazienti se e quando utilizzare i
medicinali omeopatici come unica terapia o come
terapia in associazione a quella con farmaci
convenzionali. Solo un medico che conosce due
medicine, un medico due volte, come io considero
il medico esperto in omeopatia, può scegliere con
scienza e coscienza e senza partigianerie, la
terapia più efficace. Questa alcune volte potrà
essere la terapia con farmaci convenzionali altre
volte con soli farmaci omeopatici, altre
volte,invece, la terapia migliore sarà una cura
in cui i medicinali omeopatici affiancano i
farmaci convenzionali. In Italia vi sono 17
milioni di malati cronici, è particolarmente per
loro che l'omeopatia è una ricchezza eccezionale,
per ridurre il carico dei farmaci convenzionali,
per diminuire i loro effetti tossici o
collaterali, per avviare una reazione di
guarigione. Faccio qualche esempio: le malattie
allergiche, come l'asma e l'oculorinite
allergica, le malattie reumatiche, le
ipertensioni, le malattia della pelle, le
cefalee, ecc.. Questi sono tra i campi di massima
applicazione dell'omeopatia con risultati spesso
eccezionali, non solo in termini di miglioramento
della sintomatologia ma anche di possibile
guarigione.
D. In qual modo potrebbe o dovrebbe svilupparsi
in Italia un "discorso" sulla cosiddetta Medicina
integrata, propugnata da lei e dalla Società che
presiede ?
R. La cultura della Medicina integrata è stata
promossa dieci anni fa in Italia dalla Società
che ho contribuito a fondare e della quale mi
onoro a tutt'oggi di esserne il presidente. Il
motivo per cui è stata fondata è molto semplice.
La SIOMI fu istituita da un gruppo di medici che,
praticando ugualmente e contemporaneamente sia
la medicina classica che quella omeopatica, erano
consapevoli quale straordinaria ricchezza
sarebbe stata promuovere un' "alleanza" tra le
due Medicine. Da allora ad oggi i nostri soci
sono progressivamente aumentati fino agli attuali
1270. Se si va ad analizzare la tipologia dei
Soci della SIOMI, si osserva una peculiarità :
essi sono per più di due terzi medici che
lavorano nel servizio sanitario nazionale, in
ospedale, università e territorio. Nessuno di
noi, dunque, si è mai sentito un medico
"alternativo" o "non convenzionale". Noi
pratichiamo la Medicina omeopatica insieme alla
Medicina classica, avendo uguale conoscenza e
competenza dell'una e dell'altra. In Medicina
integrata si tratta, molto semplicemente, di
acquisire la disponibilità di un maggior numero
di strumenti di cura scegliendo di volta in volta
il più efficace e nel contempo, laddove
possibile, il migliore, ad un punto di vista di
minori effetti collaterali. Se noi siamo più
ricchi di strumenti terapeutici i nostri pazienti
sono più ricchi di opportunità terapeutiche. Non
vi è alcun dubbio che sia proprio nell'alleanza
tra diversi pensieri medici e diverse risorse di
cura la medicina del futuro. Occorre dire che i
temi della medicina integrata sono promossi anche
dalla OMS, sono riconosciuti dalla più parte
delle Università americane che si sono riunite in
un "Consortium for Integrative Medicine",
redigendo le linee guida per l'insegnamento delle
medicina complementare all'interno delle Facoltà
di Medicina degli Stati Uniti. In Italia i temi
promossi dalla SIOMI hanno ispirato la Legge per
il riconoscimento delle medicine complementari
(omeopatia, agopuntura e fitoterapia) della
regione Toscana, hanno ispirato il progetto
sanitario dell'ospedale di medicina integrata di
Pitigliano e anche la realizzazione della Rete
toscana di Medicina integrata. Auspichiamo che
sempre più Istituzioni regionali e nazionali
possano richiedere alla SIOMI una consulenza ed
una collaborazione culturale per promuovere
interventi di salute integrata a vantaggio della
salute dei loro cittadini.
D. Perché in aree della classe medica vi è una
preconcetta "ostilità" nei riguardi delle terapie
omeopatiche e dei relativi prodotti ? Vi sono,
per caso, influssi negativi provenienti dalle
Multinazionali del farmaco?
R. A mio modo di vedere, il motivo principale è
legato al fatto che ancora ampi settori della
Medicina classica non accettano un confronto con
gli esperti delle Medicine complementari. La
cultura della Medicina integrata, dell'alleanza
terapeutica invece, nasce proprio da questo
confronto. E questo confronto dovrebbe essere
favorito sempre di più. Il nostro principale
lavoro come SMS è proprio questo: promuovere
eventi scientifici, convegni, conferenze,
scambiare cultura e fare la nostra parte per
sviluppare un nuovo modo di intendere la
medicina, insieme, superando odiosi e ottusi
steccati che vanno contro l'interesse dello
sviluppo culturale della medicina e, per
conseguenza, contro gli interessi di salute dei
cittadini. Le premetto che sarà un processo
lungo, poiché dal confronto tra due paradigmi
della Medicina, quello appartenente alla
biomedicina occidentale e quello dell'omeopatia,
dovrà nascere, inevitabilmente e necessariamente,
un terzo paradigma. Ma solo se il mondo
accademico aprirà le porte a quest'altra cultura,
a questo pensiero che appartiene anch'esso a
pieno titolo alla medicina e che gli è cresciuto
accanto, sarà possibile in futuro scrivere la
vera Medicina, quella con la M maiuscola, frutto
di una cultura più vasta e integrata. Le aziende
farmaceutiche convenzionali forse non guardano
con favore a questo processo, ma non gli darei
troppa importanza. Del resto la cultura in
medicina non la fanno ne' debbono farla le
aziende. Sarei più critica verso alcuni esponenti
della medicina classica, alcuni istituti, alcuni
ambienti accademici che si ostinano a non voler
considerare l'opportunità culturale e terapeutica
dell'omeopatia.
D. Le risulta che l'Organizzazione mondiale della
sanità stia definendo nuovi indirizzi e nuove
linee-guida sulle cure omeopatiche?
R. L'OMS ha un settore specifico dedicato alla
protezione della cultura delle Medicine
complementari e alternative e delle Medicine
tradizionali, che sono patrimonio dell'uomo, in
ogni parte del mondo. Nell'anno 2002 l'OMS ha
pubblicato le linee- guida per il consumatore di
medicine tradizionali e complementari/alternative
ed ha invitato i governi delle nazioni del
pianeta a promuovere in ogni Paese il rispetto,
lo sviluppo e la diffusione delle Medicine
tradizionali e complementari. Mi risulta che vi
sia attenzione da parte dell'OMS anche nei
confronti dell'omeopatia.
D. Infine, quali sono le finalità ed i programmi
della Società italiana di omeopatia e di
Medicina integrata, che lei attualmente presiede
? Questa Società si può definire come Società
medico-scientifica ? In quali rapporti è con le
Istituzioni centrali e regionali?
R. A livello regionale direi che il contributo
più tangibile delle relazioni tra SIOMI e
Istituzioni è proprio la realizzazione
dell'Ospedale di medicina integrata a Pitigliano.
Di tale progetto mi onoro essere il coordinatore
scientifico. A livello nazionale, SIOMI è
federata della Federazione nazionale delle
Società scientifiche ( FISM), che associa più di
200 Società medico-scientifiche della Medicina
italiana. La FISM ha attivato una Commissione per
le medicine complementari, del cui comitato
ristretto SIOMI fa parte. Direi che la SIOMI è
senz'altro una Società scientifica. Oltre
all'attività di promozione dello scambio
culturale con la medicina classica, SIOMI
gestisce una Scuola nazionale di omeopatia
clinica che si propone lo scopo di insegnare a
medici, farmacisti, odontoiatri e veterinari la
Medicina omeopatica secondo un approccio
integrato con la Medicina del nostro tempo; cura
eventi di aggiornamento in tutta Italia, sia per
medici e pediatri di famiglia che per medici
ospedalieri e farmacisti; cura la rivista
internet del gruppo Edra Omeopatia33
(www.omeopatia33.it), che settimanalmente
recensisce per circa 20.000 lettori tra medici e
farmacisti la letteratura scientifica
internazionale riguardante l'omeopatia, organizza
convegni interdisciplinari, tra i quali vorrei
segnalare il nostro prossimo appuntamento
nazionale che si terrà a Torino l'11 ottobre 2008
al Centro congressi "Torino Incontra". Il
convegno, curato dal nostro Consigliere
Nazionale, Luisella Zanino, Pediatra di Famiglia
e Omeopata, è realizzato in collaborazione con
la Federazione Italiana Medici Pediatri, FIMP,
con l'Università di Torino, Dipartimento Scienze
Pediatriche e dell'Adolescenza e con la regione
Piemonte. Il titolo è del tutto coerente con i
nostri propositi statutari: " Omeopatia clinica e
pediatria, risorse terapeutiche in medicina
integrata". L'organo ufficiale della SIOMI è
"CARE" (Clinical Advancement in Research and
Education). Si tratta di una Rivista di medicina
integrata il cui comitato scientifico è composto
per metà da medici omeopati e per metà da medici
accademici. Ma la nostra attività è rivolta anche
alla informazione degli utenti della medicina
omeopatica, per esempio sul sito della Società,
www.siomi.it, vi è uno spazio dal titolo "Trenta
domande sull'omeopatia" dedicato alle risposte
alle domande più comuni dei cittadini al medico
omeopata. Infine SIOMI è consulente scientifico
presso l'Università di Firenze per le ricerche
sul fenomeno dell'ormesi che potrebbero dare una
conferma scientifica dell'effetto terapeutico dei
medicinali omeopatici a diluizione molecolare. Il
progetto di ricerca, coordinato dal prof. Andrea
Dei del Dipartimento di Chimica dell'università
fiorentina, è realizzato in collaborazione con
l'Istituto di Microbiologia, di Chimica e di
Tossicologia. Vorrei concludere dicendo che il
nuovo pensiero della medicina, la medicina
integrata, è in progressivo sviluppo, e tale
sviluppo è ineludibile. Il mio appello al mondo
cosiddetto "convenzionale" è di cambiare
strategia. La battaglia contro l'omeopatia è una
battaglia già persa, ma quel che è peggio è che
essa è inutile e deleteria per i cittadini. Sono
i cittadini, i pazienti, che ci sollecitano a
confrontarci e ci delegano a gestire, tutti
insieme e nel migliore dei modi, la loro salute.
Io penso che l'onestà intellettuale ci obblighi
ad andare avanti su questa traccia, tenendo
presente che la medicina deve procedere senza
trionfalismi, senza preconcetti, con apertura e,
nel contempo, con rigore scientifico e
pragmatismo. E queste qualità possono svilupparsi
soltanto attraverso un sereno e proficuo
confronto tra due comunità mediche.
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