[SIOMInforma] La Newsletter SIOMI 091220

[Gino Santini]

L'informazione SIOMI

Newsletter della Società Italiana
di Omeopatia e Medicina Integrata
riservata ai Soci della SIOMI

Segreteria: Via Kyoto, 43 - 50126 Firenze
Tel.: 055.6582.270 - Fax: 055.6581.270
E-mail: segreteria a siomi.it
Sito Internet: www.siomi.it

Responsabile: Italo Grassi
Coordinamento: Gino Santini


Lettera del presidente ai Soci

Cari amici Soci,

	oggi SIOMI festeggia un risultato importante della sua vita  
istituzionale. Per la prima volta (dopo undici anni di lotte!) la  
FNOMCeO ripensa alla terminologia con cui definire le medicine  
complementari. Come sapete FNOMCEO le ha sempre definite "non  
convenzionali". Un termine orribile che ha contribuito a fare  
confusione nei pazienti, che ha lievitato lo steccato tra noi e la  
medicina; con questo termine Garattini e tutti i detrattori  
dell'omeopatia in Italia ci hanno tenuto a distanza grazie anche,  
purtroppo, alla complicità delle altre Società di omeopatia che di  
questo nome, deleterio, culturalmente e professionalmente, hanno  
voluto fare una bandiera, un distinguo tra la medicina e l'omeopatia.
	Ebbene, per la prima volta la FNOMCeO in un suo comunicato stampa che  
riporta l'esito del Comitato centrale di venerdì e sabato scorso in  
cui si è definito i criteri della formazione delle medicine  
complementari ha utilizzato anche il termine "medicine complementari".  
E il Presidente Bianco nel suo discorso ha usato più volte il termine  
complementare che il termine non convenzionale. E', a mio modo di  
vedere, una svolta storica che apre, finalmente, la porta ai concetti  
di alleanza terapeutica che sono il motivo stesso dell'esistenza di  
SIOMI, la nostra mission nel mondo dell'omeopatia nonchè la base,  
ineludibile, della Medicina Integrata.
	Ricordo quanto ci siamo spesi in FNOM a settembre, nell'incontro con  
L'Osservatorio per le .... Medicine Non Convenzionali della FNOMCeO  
per far comprendere l'importanza del cambiamento della terminologia.  
Direi che da oggi si respira l'aria giusta, anche in federazione.
	Dopo i lavori dell'Osservatorio, cui SIOMI ha partecipato, la  
Federazione si è espressa sulla formazione. Il monte orario non sarà  
di 600 ore come voleva FIAMO ma di 500, di cui 400 di formazione e 100  
di pratica clinica. Noi avremmo preferito 350 + 100 come è già stato  
normato in regione Toscana. Ma non certo perchè SIOMI giochi al  
ribasso della formazione, tutt'altro. Ma perchè abbiamo sempre pensato  
che, non potendo l'Omeopata di oggi essere un "tuttologo", sarebbe  
stato più giusto, e professionalmente utile, suddividere la formazione  
in formazione di base, 350 ore come indicato all'European Committee  
for Homepathy in tutta Europa, più (e questo è richiesto solo da  
SIOMI) un secondo livello di formazione mirato alla conoscenza  
dell'omeopatia nelle varie branche specialistiche: omeopatia e  
medicina generale, e pediatra, e ginecologia, e dermatologia, etc. Ad  
ogni modo non saranno certo 50 ore a fare la differenza.La differenza  
la fanno la qualità della formazione e l'insegnamento della medicina  
integrata. Poichè se un omeopata non può essere tuttologo non può  
nemmeno permettersi più, come ho sentito dire dire proprio a me stessa  
da validi esponenti di altre associazioni: "Io non saprei da che parte  
cominciare a prescrivere un farmaco, se occorre un farmaco mando il  
paziente da un altro medico". Perchè? L'omeopata non è... medico? Di  
certo non è questa schizofrenia quello che vogliono i pazienti.
	Fin qua le buone notizie. E ora la cattiva notizia.
	L'Ordine dei medici di Bologna anche quest'anno, noncurante delle  
nostre proteste fatte giungere anche alla FNOMCeO e a tutti gli Ordini  
dei medici d'Italia nel 2007, ha ripubblicato sul Bollettino i criteri  
per l'iscrizione al registro degli omeopati dell'OM Bologna. Non ci  
crederete, anche quest'anno quell'Ordine ribadisce che hanno diritto  
ad iscriversi all'elenco SOLO i medici che hanno frequentato una  
scuola di 600 ore, oppure, in alternativa, i medici iscritti (e solo  
quelli iscritti) ai registri FIAMO-SIMO. Piena autoreferenzialità,  
dunque. Nessuna organizzazione in Italia è riconosciuta a livello  
istituzionale, nessuna, neanche la SIOMI. Nessuna delle scuole di  
omeopatia è accreditata a livello istituzionale (a livello  
istituzionale l'unica formazione riconosciuta è quella universitaria  
del Master di Medicina Integrata di Siena, 450 ore di formazione,  
nemmeno citata all'OM di Bologna). Ma, nel mentre si ignora un master  
universitario, si "accredita" un registro privato che un'associazione  
si è autodato, da sola, senza confrontarsi con il resto del mondo  
dell'Omeopatia.
Ci rimette, oggi come nel 2007, la professionalità degli omeopati di  
Bologna e provincia. Discriminati rispetto al resto d'Italia SE, per  
caso, come accade peraltro alla stragrande maggioranza degli omeopati  
italiani, essi, a Bologna, NON fossero iscritti a quel registro. E la  
vicenda, lo ripeto, riguarda solo i professionisti bolognesi, poichè  
nessun altro ordine si è azzardato, nemmeno quelli della federazione  
degli ordini dell'Emilia-Romagna, a seguire Bologna in questa scelta  
scellerata.
	Perciò noi, come facemmo due anni fa, ci faremo carico dei diritti  
professionali dei nostri Soci della provincia di Bologna. Gli  
interessati possono scrivere a Italo Grassi che si occuperà di  
rispondere alle esigenze dei Soci.

Un fraterno abbraccio,

Simonetta Bernardini
Presidente SIOMI

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